• CINTURA DI CASTITA’ PER IL FIDANZATO DI CHIARA

    Inviato da fottutoschiavo su 13/09/2025 22:39

    Ormai è molti mesi che io e Stefano stiamo insieme, credo entrambi incantati dalle perversioni dell’altro: ad esempio, diverse volte sono andata da lui dietro suo invito trovandolo vestito da ragazza per poi scoparci a vicenda, lui con il suo bell’uccello e io con dei falli finti, anche di notevoli dimensioni. Quest’estate, invece, dopo che lui è venuto mentre si faceva scopare il culo a smorzacandela, aiutato dalla mia mano, come battuta gli ho detto che ha qualcosa di troppo, che non mi permette di fingere di stare con una ragazza. E siamo corsi ai ripari!

    Troppo timida per andare in un sexyshop, ho comprato su internet un cockcage (letteralmente gabbia per cazzo, la potete trovare in internet come CB6000) che una sera gli ho presentato. Inutile dire che la sua reazione non è stata estremamente positiva, almeno all’inizio:

    – Scusa, Chiara, ma cosa pensi che debba fare?

    – Come cosa? Mi pare evidente! Tu la metti e io tengo la chiave. Tanto ti permette di fare tutto. Certo, tutto tranne avere erezioni, rapporti sessuali e masturbazione.

    – Hai detto poco! Ma perché dovrei farlo? Già mi pare che mi presto a tutto o quasi, compreso quando vorrei scoparti e invece accetto di farmi inculare. Non dico che non mi piaccia, almeno un po’, ma questa cosa mi sembra davvero troppo!

    – Dai, amore, ma non ci pensi che bello che deve essere? Io che arrivo, ti tolgo la gabbia e ti faccio divertire… e poi sarei anche sicura di essere il tuo unico modo di svuotarti!

    – Mi sembra proprio tortura! Peggio che nel medioevo, o quando le hanno inventate.

    – Uffa, ma dai… almeno ogni tanto facciamo finta che sei una ragazza completamente!

    Insomma, dopo una discussione abbastanza lunga, l’ho convinto a metterla, con la promessa che al massimo due giorni dopo l’avrei fatto sfogare io. E qui è arrivato il primo problema: indossarla!

    L’ho spogliato, mi sono messa in ginocchio davanti a lui e ho iniziato con un anello da mettere attorno ai testicoli, per poi chiuderlo sopra essi. Provocando un’erezione per avere un po’ giocato con le mani…

    – Ehi, datti una calmata, se no non posso chiudere!

    – Magari! E comunque non è semplice, non è proprio una cosa che si comanda a bacchetta!

    – Mmm… comandarti a bacchetta… bel suggerimento!

    – Non pensarci neanche.

    – No, tranquillo, se fai il bravo lo evito.

    – Ci pensi tu a coccolarlo adesso?

    – Io? E perché dovrei? È come un prigioniero che sta entrando in galera, non ha diritto a desideri! Mettilo sotto l’acqua fredda.

    Cerca di farmi cambiare idea ma sono irremovibile, e dopo un bidè freddo chiudiamo la gabbia.

    – Bene, adesso posso gettare la chiave. – gli dico sorridendo

    – Non provarci o ti ammazzo, amore!

    – Lo sai che scherzo. Come va?

    – E’ molto strano, lo sento addosso, mi sembra un po’ piccola la gabbia anche adesso che sono rilassato, ma per ora non ha grossi problemi.

    – Bene. Allora posso eccitarti per farti soffrire?

    – Non sarai così cattiva!

    – Tu che dici? – rispondo con voce roca, mentre mi passo la lingua sulle labbra

    – Sei una stronza. Ahia, lo sento, adesso!

    – Ti consiglio acqua fredda, tanto non ti do’ altro per almeno un paio di giorni! Adesso cosa preferisci? Ti vesti da donna e io mi metto lo strapon enorme, oppure mi fai solo le coccole?

    – La seconda. Già mi sento un po’… compresso! Se poi non posso neanche eccitarmi…

    – Non ti vesti neanche da donna?

    – Sei pazza? Con la sensazione delle calze e del perizoma?

    Rido mentre ci sdraiamo sul letto, mi faccio abbracciare da dietro e parliamo di tutto per un po’. Poi lui dice qualcosa per prendermi in giro e io lo punisco, portandomi le sue mani sulle tette.

    – Amore, perché mi tocchi?

    – Stronza! Fa male questa cosa.

    – In effetti c’era qualcosa di strano qui dietro – aggiungo strusciando un po’ il culo sul suo pube – Si sente del duro ma piccolino!

    – Smettila, dai!

    Mi giro verso di lui e lo bacio con passione, nonostante la sua eccitazione di tanto in tanto gli fa fare delle piccole smorfie. Poi, eccitata ma un po’ sadica, gli spingo la testa verso il basso, verso le mie tette coperte solo da una canottiera e da un costumino. Lui non pensa più alla sua costrizione ma mi spoglia e inizia a leccarmele: io sono abbastanza sensibile e lui è estremamente bravo, quindi mi fa bagnare e non poco.

    -Che bello amore, sei sempre favoloso! Scendi ancora, dai!

    Lui mi guarda, si vede che soffre, ma mi da’ piacere giocando con il mio ombelico (molto sensibile) mentre mi toglie i pantaloncini.

    Inizia a leccarmi, giocando anche con le dita, portandomi in breve a un orgasmo liberatorio e continuando a leccarmi. Come ho detto, è estremamente bravo, e va avanti per un quarto d’ora circa regalandomi molte bellissime sensazioni. Mi parla solo dopo il mio terzo o quarto bellissimo orgasmo.

    – Sai amore, non va bene così.

    – Come no? A me va benissimo! Magari avessi tutti i giorni orgasmi del genere.

    – Va bene a te, ma a me no. Io adesso sono qui con la tua gabbietta che mi fa male perché non mi lascia gonfiare, non è per niente una bella sensazione!

    – A sapere che sei sempre così, però, la chiave la butto davvero!

    – Ma perché? A te non da’ fastidio non scopare?

    – Posso sopportarlo se fai così tutte le volte! Oddio, ma è tardi! Mi rivesto e vado a casa, stasera devo uscire. Ci vediamo domani, non divertirti troppo da solo, magari usando le mani… ahah!

    – Eh, non mi dispiacerebbe poterlo fare.

    – Ti amo perché mi lasci divertire così tanto. Ti prometto che non lo dico a nessuno e che la chiave non la porto in giro per non perderla! Tu usa tanta acqua fredda. A domani.

    Pt. 2.

    Il giorno dopo, suono il campanello ed entro.

    – Ciao amore! Come va?

    – Quasi tutto bene.

    – Non riesco a immaginare cosa non potrebbe andare – ribatto ridendo

    – Sì, in effetti… stanotte è stata dura, da quando hai chiuso il lucchetto ieri sera avrò avuto 50 tentativi di erezione bloccati completamente dalla gabbia.

    – E fa male?

    – Decisamente sì!

    – Dai, che prima o poi ti libero!

    – Prima o poi? Perché non oggi, scusa? Ormai sei qui, apri, facciamo l’amore…

    – Troppo facile, alla fine hai fatto sì e no 15 ore di prigionia. I permessi ai detenuti arrivano dopo mesi! A te va ancora bene che domani o dopodomani ti svuoto io!

    – Hai detto massimo due giorni, amore!

    – Vedremo – taglio corto baciandolo

    Siamo sul divano, così lo faccio stendere e gli salgo sopra, continuando a baciarlo e sedendomi proprio sulla sua gabbia. Ci baciamo a lungo, sento che lui ha una voglia repressa (per scelta mia) e che soffre per la situazione. Quando ci giriamo e lui mi viene sopra, le sensazioni che avevo ricevono un’ulteriore conferma, con lui che spinge il bacino verso di me, simulando un atto sessuale.

    – Amore, non avevo mai fatto caso fossi così piccolino… non sento niente!

    – Sono io che sento tanto! Sento che sono schiacciato completamente, spingo contro le pareti della gabbia ma non riesce a crescere.

    – Fammi vedere…

    Si rimette sdraiato, io gli tolgo i pantaloni e guardo: piccolino, riempie quasi la sua custodia, sta tentando un’erezione, si capisce dalle vene abbastanza evidenti. Sadicamente, gli palpeggio le palle con le mani, a momenti soppesandole e a momenti sfiorandole con le unghie.

    – Stronza! Non capisci che fa male?

    – Eheh, scusa… però modera i termini, se no aumento il periodo di prigionia.

    – Hai ragione, ma mi stai facendo soffrire incredibilmente!

    – Potrei fare di peggio, stai attento.

    – Non ci credo.

    – Prova a sentire questo.

    Mi avvicino con la faccia e dall’apertura vicino alla punta soffio delicatamente dentro. Lui soffre, si capisce come la gabbia lo comprime. Non contenta, dato che sono sopra di lui, lascio cadere una goccia di saliva che va a colpirlo quasi sulla punta, per poi soffiare ancora delicatamente. Lui emette un lamento che mi fa smettere, alla fine voglio solo giocare, non fargli male.

    – Credo sia meglio che smetta, eh?

    – Magari! Mi fai morire, così.

    – Vado allora… stasera sei da solo, vero? Passerò a trovarti, così ti faccio soffrire ancora!

    – Allora non passare, è sufficiente questa cosa…

    – Scherzo… facciamo un po’ di coccole, dai

    – Ok… a stasera!

    Dopo cena, una bella sorpresa, almeno per me… vado da Stefano e suono, mi apre vestito da strafiga: tutto in blu, minigonna, seno finto stretto in un corsetto, decolleté con tacco 15 senza plateau, parrucca liscia castano chiaro e un trucco leggero, che gli ho insegnato io.

    – Buonasera Veronica, era da un po’ che non la vedevo qui a casa di Stefano.

    – Amore, dato che ieri volevi farlo, ho pensato ti avrebbe fatto piacere.

    – Ti amo. Però a saperlo mi sarei vestita bene…

    – No, no, tu vai bene così, anche perché già vestirmi così e stare sui tacchi, mi provoca certi problemi!

    – In effetti, con questa minigonna stretta, di solito sul davanti c’è una certa protuberanza! Meglio così!

    Che vuoi fare stasera?

    – Facciamo così, stasera sei libera di fare tutto, con la promessa che domani… mi fai sfogare!

    – Perfetto, non avrei saputo pensare a qualcosa di meglio! Andiamo in camera tua, che ci pensiamo.

    Qui prendo dal suo guardaroba una delle sue magliette e i pantaloni di una tuta, oltre a uno strapon abbastanza grosso, una ventina di cm, e vado in bagno a vestirmi.

    – Mi spiace solo che gli uomini non mettano i tacchi, sarebbe una bella sensazione! – gli dico quando torno

    – Bè, non tutti, almeno – mi risponde malizioso, dondolando la gamba accavallata che mette in mostra il tacco 15 di cui parlavo prima.

    – E’ vero, sono fortunata! Adesso ti faccio vedere cosa dovrebbe fare un vero uomo, quando ama alla follia la propria donna.

    Mi inginocchio davanti a lui e bacio la punta delle sue scarpe, per poi alzarle e leccare i tacchi su tutta la lunghezza, guardandolo negli occhi e vedendo che l’eccitazione nel vedermi fare questo gli provoca dei dolori. Passo a baciare il piede, lasciando le scarpe, e a risalire lentamente, senza perdermi neanche un centimetro, tra baci e leccate fino al bordo della gonna. I suoi sospiri mi fanno capire che apprezza, secondo me vorrebbe essere davvero una ragazza, in questo momento. Mi alzo da lì e corro fino al collo, prendendo ancora a baciare e leccare, scendendo fino al seno finto e al bordo del bustino.

    – Amore, ti riempirei di baci ma non voglio rovinare il trucco, che hai messo così bene. E ti toccherei e bacerei queste belle tette, se fossero vere!

    – Basta che non pensi a farmi fare operazioni strane, se no ti lascio! – mi risponde scherzando

    Non gli dico niente, ma continuo con il collo, mentre le mie mani vanno dalle gambe, completamente depilate (per lo sport, è sempre stata la scusa), alle tette, alla faccia e la bocca, qui delicatamente per non rovinare il trucco. Poi scendo di nuovo, baciando e toccando l’interno delle cosce, allargandole mentre la gonna si alza. Non potendo praticare del sesso orale vero e proprio, causa mancanza di genitali femminili ma presenza di gabbia, gli creo uno dei problemi più notevoli della serata: inizio a leccare quello che c’è, quindi i testicoli che non sono rinchiusi. Questo provoca un dolore non indifferente, essendo una cosa che adora.

    – Dai, tanto sappiamo come andrà a finire… sdraiati che velocizziamo il tutto!

    – Perché? Non ti piace quello che ti faccio?

    – Sì, ma proprio perché mi piace, mi fa soffrire!

    Mi sdraio, lui mi toglie i pantaloni e si mette a bagnare lo strapon, succhiandolo, a 69. Io intanto, mentre continuo il trattamento alle palle, gli bagno anche il buchino, già rilassato e allenato di suo.
    Quando decide di essere pronto, si alza e mi guarda, interrogativo. Lo faccio sdraiare, con le gambe alzate, i tacchi poggiati sulle spalle e punto lo strapon al suo bel culo. Ovviamente inizio piano e, anche se non trovo grande resistenza, prima di spingere decisa ci vogliono almeno 5 minuti di trattamento soft. Dopodiché spingo, aumentando gradualmente fino a prendere un bel ritmo, condito dai suoi sospiri e versetti, non so bene quanto di eccitazione e quanto di dolore. O per meglio dire, quanto sia il dolore dato dal culo e quanto quello dato dalla gabbia, anche se credo sia più quest’ultimo, essendo abituato ad essere penetrato, magari venendo con qualcosa dentro.
    Ma anche se era quello a cui puntavamo entrambi, non mi basta, quindi esco da lui e gli propongo di scoparmi.

    – Magari! Mi togli la gabbia, allora?

    – Bé… no! Quella domani, adesso mettilo tu, lo strapon

    La delusione nei suoi occhi non si può non vedere, credo si senta umiliato da questo e gli do’ anche ragione. Ciononostante, alzando bene la gonna, indossa l’attrezzo e si mette su di me, trovando un lago in attesa di essere sfondato.
    Il ritmo questa volta è deciso fin da subito, forse sfoga anche tutta la sua eccitazione che è costretto a reprimere, lo sento fino in fondo, a provocarmi un orgasmo nel giro di un minuto, anche meno. I miei spasmi, comunque, non lo fanno desistere, continua a scoparmi con alto ritmo, prima di farmi girare e mettermi alla pecorina, riprendendo subito a montarmi. Un nuovo orgasmo mi prende a 5 minuti scarsi di distanza dal primo, godo con la testa sul cuscino e le tette strizzate da lui da dietro, una cosa che amo.

    Quella che segue è una bella mezz’ora, condita da diversi miei orgasmi in ogni posizione e dalla sofferenza clamorosa di Stefano, sempre più eccitato e sempre più compresso. Alla fine sono io a chiedergli di smettere, esausta, perché lui non avrebbe problemi a continuare.

    – Amore mio, sei stato fantastico!

    – Grazie. Domani tocca a me, però!

    – Non ti sei divertito?

    – Sì, ma soffro veramente tanto, non ce la faccio più.

    – Domani sera vieni da me, dai. Ti faccio divertire!

    – Ci spero. Adesso vai, dai, che devo sistemare tutto prima che rientrino i miei, non credo manchi molto. Devo anche togliere questi vestiti. Purtroppo, devo dire, perché mi stanno piacendo! Una volta mi facevano molto male i piedi con i tacchi alti, adesso potrei continuare a lungo a portarli.

    – Sei fantastico con i tacchi. Ti amo, adesso vado. A domani!

    fottutoschiavo rispose 2 ore, 17 minuti fa 1 Membro · 0 Risposte
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