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La strage del sabato sera
LAS VEGAS
16 GIUGNO 1996Era sabato sera allo strip club “Paradise Island” e la musica era così alta da far venire il mal di testa alle ragazze,che non si erano fermate un momento. Alcune si stavano truccando nei camerini, altre si stavano mettendo i costumi per il prossimo spettacolo; altre erano appena scese dal palco, stanche e sudate, desiderose di poter fare finalmente una pausa. Era una notte impegnativa per le spogliarelliste, ma stavano guadagnando bene lavorando lì. Il pubblico era formato prevalentemente da uomini d’affari e turisti arrivati fino a lì per ammirare le spogliarelliste più belle di Las Vegas. Nei camerini era un via vai continuo di donne con i tacchi alti e mezze nude, che conversavano tra loro.
“quanto pubblico stasera…”
“un bel pubblico, però. Ho appena raccolto 200 dollari ….”
“non vedo l’ora che finisca la serata, mi fanno male le caviglie ….”
In piedi davanti a uno degli specchi, un’altra donna non vedeva l’ora di finire la serata, ma non nello stesso senso. Si stava truccando, sorridendo educatamente alle altre donne, che ogni tanto lanciavano uno sguardo all’ultima arrivata nello strip club. Le altre donne sorridevano a loro volta, non senza una punta di gelosia, e di curiosità: si chiedevano infatti perché una tipa bella come lei stesse lavorando lì invece di qualche grande casinò del centro. La curiosità tra le ragazze che la circondavano era sorta sin dal pomeriggio di quello stesso giorno, quando si era presentata al primo giorno di lavoro con una BMW nuova di zecca, appena assunta. Kristen Stepanek era apparsa molto più pronta e smaniosa di qualsiasi altra ragazza al primo giorno di lavoro in un locale notturno. E dopo le prime tre esibizioni, tutte le colleghe potevano ritenere che a lei piacesse davvero ciò che faceva. Di sicuro sapeva come rastrellare il denaro. Tra un’esibizione e l’altra sul palcoscenico, arrotondava con delle performance di strip tease ai tavoli privati. Non sembrava affatto timida o incerta come le ragazze appena arrivate.
Il fatto che al locale ci fosse la serata a tema fetish non sembrava affatto preoccuparla, anzi, sembrava particolarmente a suo agio, e i proprietari del night club erano molto contenti di lei. Ora si stava preparando a danzare sul palco centrale.
In realtà, “Kristen” non era il suo vero nome. Si chiamava Taylor, e aveva 27 anni.Finì di sistemarsi i capelli ricci e scuri, e indossò un paio di collant autoreggenti. Era l’unica cosa che indossava, a parte un’ imbracatura fetish fatta di cinghie di cuoio collegate tra loro da anelli di metallo, che la lasciava praticamente nuda. Prese poi un frustino e un paio di manette che facevano parte del costume per la successiva esibizione. Dopo aver terminato una breve conversazione con le altre donne che si stavano preparando, si diresse verso l’uscita di emergenza. Senza farsi vedere, avvolse una catena alla maniglia della porta e la chiuse con un pesante lucchetto. Sorrise soddisfatta e tornò indietro, notando che tutte le altre spogliarelliste non avevano visto nulla di ciò che aveva appena fatto.
Le ultime tre ragazze avevano appena finito il loro numero ed erano ritornate nei camerini, mostrando evidenti segni di stanchezza mentre si sedevano davanti agli specchi. Una delle ragazze aveva l’auricolare e stava assegnando i turni: arrivò in camerino e incaricò “Kristen” di esibirsi al palco centrale.
“è già ora di tornare in pista ?” chiese Taylor, con un’espressione di eccitazione in volto.
“Wow Kristen. Non so dove riesci a trovare tutta questa energia. Sono le 2 di notte e io sono distrutta” le disse Julie.
“io mi sto divertendo… ” replicò Taylor. “… ma credo che sarà la mia ultima esibizione per questa sera.”
Taylor vide un’altra sua collega, Robin, chinarsi per afferrare una replica giocattolo di un fucile d’assalto. Stava indossando un bikini mimetico, mentre Julie si era messa un cappello da cowboy in testa e un cinturone in pelle con due fondine ai fianchi, che contenevano due finte pistole revolver. Taylor rise guardando le ragazze. “a quanto pare il tema del prossimo spettacolo è per uomini con il feticismo delle armi”.
Taylor si diede una sistemata veloce al suo costume, si infilò delle scarpe nere con il tacco alto e imbracciò la mitragliatrice modello M-16 vicino alla sedia.“Bene, gli daremo quello che vogliono” disse sorridendo. Si portò l’arma a tracolla e impugnò il frustino.
“È il vostro turno!” disse la donna con l’auricolare, e aprì le tende per far passare le ragazze verso il palco.Quando il DJ annunciò i nomi delle prossime tre spogliarelliste che si sarebbero esibite sul palco, il pubblico di uomini eccitati (e qualche donna) cominciò ad applaudire freneticamente e si raccolse numeroso attorno al palco centrale dove era apparsa “Kristen” con il suo costume fetish, lasciando che il pubblico guardasse i suoi seni nudi che sbucavano prepotentemente dall’imbracatura. Intanto la musica era già partita e l’adrenalina di Taylor salì alle stelle quando il DJ scelse “Sweet Dreams” degli Eurythmics. Dovette trattenere un gemito non appena sentì bagnarsi in mezzo alle gambe, e la parte interiore delle cosce diventare scivolose per l’umidità prodotta dalla sua vagina.
Lentamente, inarcò la schiena, fece ondeggiare il bacino con le ginocchia piegate, mani aperte appoggiate sulle cosce. Le dita danzavano sulle gambe per poi risalire lungo il corpo, su fino al ventre, mentre lanciava sguardi ai suoi ammiratori, cercando tra di essi l’uomo che aveva assistito quella sera a tutte le sue esibizioni.
Era lì, ovviamente. Era davvero molto attraente, corporatura media, portava gli occhiali ed era abbronzato. Era un tipo molto timido, ma ogni volta che aveva danzato per lui, aveva potuto notare la grossa erezione spuntare da sotto i suoi jeans.
A Taylor piaceva stuzziccarlo, e lui le aveva infilato spesso una banconota da 50 dollari tra i denti, mentre lei strusciava la folta chioma di capelli ricci e scuri sul volto di quel tizio.
Claire trovava divertente il modo in cui l’uomo cercava di essere discreto nella venerazione. Qualche ora prima lei aveva ballato al suo tavolo privato. Lui era davvero carino, sembrava un cucciolo di cane che sbavava per lei.
Claire si portò le mani al petto e si accarezzò i capezzoli duri come pietra, mentre teneva gli occhi fissi su quel tizio. Lui ogni tanto lanciava occhiate anche a Robin e Julie, e sembrava trattenere il respiro tutte le volte che tornava a guardare Claire.
Lei camminò lentamente verso dove l’uomo era seduto, davanti al palco, mettendosi proprio di fronte a lui, a gambe divaricate. Per qualche secondo Claire gli fece ammirare il suo corpo, prima di fargli un cenno con il dito, per farlo salire sul palco. “vieni qui” disse la donna.Lui obbedì all’istante, vincendo la propria timidezza. Poi si fece ammanettare i polsi da lei, prima di farsi abbassare i pantaloni e poi, davanti a tutti, farsi sculacciare le chiappe nude con il frustino. Il suo ammiratore subì l’umiliazione senza fiatare per tutto il tempo: poi Claire lo rimandò al suo posto, lanciandogli una strana occhiata, ombrosa e sinistra.
Il resto degli uomini intorno al palco guardava il timido fortunato con invidia e goduria. Tutti loro desideravano essere al suo posto e giocare con Claire. Lei però si muoveva danzando da un lato all’altro del palco, dando a tutti i presenti l’opportunità di ammirare le sue forme, godendosi le loro espressioni estasiate. Mise da parte frustino e manette e imbracciò il fucile mitragliatore m-16 che si era portata dietro, facendo l’occhiolino al suo ammiratore, che abbassò lo sguardo per timidezza.
Claire alzò l’arma e iniziò a puntarla verso il pubblico, come se stesse cercando il primo con cui giocare. Puntò il fucile all’altezza degli uomini seduti alla sinistra del palco e fece vibrare l’arma avanti e indietro, fingendo di sparare nella loro direzione. Quelli ridevano, applaudivano e fischiavano in segno di approvazione. Anche Claire rideva, e ancora faceva ondeggiare il fucile avanti e indietro, fingendo di sparare, mentre lei interiormente doveva resistere con enorme fatica alla tentazione di premere il grilletto.
“non ancora… non ancora, un po’ di pazienza ….” continuava a ripetere mentalmente a sé stessa. Ma, tutto a un tratto, si rese conto di aver dimenticato il motivo per cui si stesse ancora trattenendo. L’unghia lunga dell’indice accarezzò il grilletto e il suo cuore sobbalzò al pensiero di farlo…
Non ci fu affatto panico, nei primi istanti,perché ancora credevano che lei stesse armeggiando con un giocattolo.La maggior parte degli spettatori di Robin si concentrò a vedere Claire sul palco centrale, con grande sollievo della prima, che poteva finalmente terminare il suo ultimo show per quella sera. Ne aveva raccolti abbastanza di soldi ed era stanca morta. Guardando nella direzione opposta alla sua, Robin vide che lo stesso stava avvenendo con gli spettatori di Julie, che non provò nemmeno a nascondere la sua gioia e sorrise apertamente alla collega di nome “Kristen”.
Il cuore di Claire stava battendo all’impazzata. Non voleva più aspettare. Era un po’ come provare a trattenere un orgasmo quando ormai il punto di non ritorno è stato superato. Guardò il pubblico accalcato di fronte a sé e si costrinse a togliere il dito dal grilletto. Ormai quasi tutti i presenti nel locale avevano l’attenzione concentrata su di lei. Claire gemette sommessamente e sfregò piano le cosce una contro l’altra. Il pubblico si accorse di quella umidità luccicante sull’interno delle cosce e rimase sbalordito da quanto fosse sexy quella nuova spogliarellista. Stava per essere già travolta dall’ondata di piacere al solo pensiero di quello che stava per mettere in atto, e non riusciva a trattenersi. Nella sua mente c’era un conflitto interno: era indecisa se continuare a provocare il pubblico o premere il grilletto. Lasciò la presa del fucile, rimasto appeso a tracolla su di lei, e affondò entrambe le mani nei capelli, facendoli passare lentamente tra le dita. Stava disperatamente cercando di fare una scelta.
Alzare il livello dell’eccitazione generale, o iniziare adesso…? Cercò di contenere l’enorme scarica di adrenalina che quasi le faceva male allo stomaco.Tornò a impugnare con entrambe le mani il mitragliatore M-16. Era estremamente eccitata, ma più rilassata di prima. Fece ticchettare i tacchi mentre camminava sensualmente verso il centro del palco. Girandosi verso la propria sinistra, con il fucile mitragliatore impugnato all’altezza del fianco, sorrise calorosamente agli uomini presenti su quel lato. I suoi occhi brillarono di gioia ed eccitazione. Con un rapido movimento con l’unghia lunga tolse la sicura dell’arma. Ormai Claire non sentiva assolutamente la musica, solo la sensazione selvaggia ed eccitante del massacro imminente. Il suo dito indice rimase fermo sul freddo acciaio del grilletto, mentre ansimava guardando gli uomini di fronte a lei. Stavano bevendo grossi boccali di birra, facendola gocciolare sui tavoli. Pieni di alcol in corpo e nei loro occhi solo la visione della bellissima donna in piedi di fronte a loro.
Il dito di Claire si piegò repentinamente per premere con forza il grilletto.La prima raffica partì con un’esplosione di fumo e fiamme nella semioscurità del locale. Claire urlò selvaggiamente sentendo il suo M-16 sobbalzare tra le mani. Il boato fu assordante. I primi tre uomini seduti appena oltre l’orlo del palco rimasero quasi immobili come statue, mentre i fori dei proiettili squarciavano il loro petto. L’espressione dei loro volti fu solo di stupore dopo che la raffica di proiettili aveva trapassato i loro corpi: poi si riversarono per terra tra le sedie e il palco, spargendo larghe chiazze di sangue.
Claire puntò la mitragliatrice lungo tutta la prima fila intorno al palco, con una sventagliata continua di proiettili. Uno dopo l’altro, gli uomini travolti dai colpi sembravano fare giravolte come marionette appese a dei fili. Claire gemeva senza sosta, respirando il fumo acre sprigionato dalla sua arma. Uno degli uomini fu scaraventato lontano dalla propria sedia quando Claire lo fece saltare via, colpendolo di lato. Gli altri tizi seduti dietro la prima fila urlarono mentre i proiettili della donna squarciavano senza pietà il loro ventre e i loro genitali.
Claire girava selvaggiamente sul palco con la sua mitragliatrice ruggente, sparando intorno a lei a 180 gradi. La mitragliatrice vibrava tra le sue mani avanti e indietro mentre rovesciava un fiume di piombo sulle sue vittime. Attraverso il fumo vedeva a malapena gli spettatori cadere uno dopo l’altro sotto di lei. I bossoli vuoti e roventi cadevano in continuazione e rotolavano sul palco, la bocca dell’arma sputava fuoco a ripetizione, e Claire interruppe per un istante quel flusso continuo di proiettili solo per girarsi nella direzione opposta e falciare ancora più persone.
Un uomo obeso vestito in giacca e cravatta urlò come un pazzo come vide dei grossi spruzzi di sangue schizzare fuori dal suo ventre.
Due ragazzi molto giovani sobbalzarono dalle loro sedie come bambole di pezza e furono scaraventati a terra dalle mitragliate.
Un uomo che si era alzato e stava provando a correre via fu raggiunto alle spalle dal fuoco letale: la sua schiena si inarcò e le braccia si levarono in alto quando i proiettili lo colpirono da dietro.
Una donna seduta a bere al bancone del bar lanciò un urlo terribile quando i colpi tempestarono la sua schiena.
Di fianco a lei, un uomo pelato cadde in avanti, mentre tentava di premere con una mano la propria camicia zuppa di sangue.
Claire si prese una brevissima pausa per inserire un altro caricatore. Si girò verso l’entrata principale del night club, ascoltando le urla di terrore che si stavano propagando in tutto il locale. Nel buio, nel frastuono della musica e nella confusione generale, il pubblico aveva a malapena capito cosa stava davvero succedendo, e alcuni dei più reattivi scattarono verso le porte dell’ingresso principale.Claire prese subito la mira e ricominciò a mitragliare i fuggitivi con il suo fucile fumante. Ancora urla. Ancora più cadaveri al suolo. Sei o forse sette uomini terminarono sul pavimento la loro corsa disperata, quando furono raggiunti da una sventagliata di caldi proiettili alla schiena. Schizzi di sangue imbrattarono le porte come se qualcuno avesse lanciato contro un secchio di vernice rossa.
Claire si girò un’altra volta, verso la sua sinistra e imbracciò il suo fucile mitragliatore con il calcio appoggiato alla spalla. Il DJ era rimasto in piedi, immobile, in stato di shock, e ricevette una breve raffica in faccia. La sua testa si scosse avanti e indietro per l’impatto dei colpi ricevuti, prima di stramazzare a terra. Insieme al DJ, terminò anche la musica. I colpi andarono a distruggere l’impianto stereo. Era rimasto solo il frastuono degli spari e delle urla adesso.
Claire tornò a imbracciare l’M-16 a tracolla, a livello del fianco. Si girò verso le porte d’ingresso e vide un paio di tizi correre verso l’uscita. Le sue tette sobbalzavano selvaggiamente per effetto del rinculo della mitragliatrice, che faceva vibrare il suo intero corpo. I due uomini crollarono sotto la pioggia di colpi.“Dovete morire tutti, ragazzi! Tutti! Tutti!” urlò la donna. Alzò leggermente il tiro disegnando un ampio arco con la raffica di proiettili, che travolse tutti quelli presenti intorno alla zona del bar, seduti sugli sgabelli. Uno di loro sembrava troppo giovane per essere in un posto come quello: si beccò un proiettile che gli trapassò la guancia. Si portò la mano sulla ferita cercando di capire cosa fosse accaduto. Claire lo guardò per qualche istante prima di colpirlo con un breve raffica alla testa.
Poi lasciò il grilletto per voltarsi, e vedere di fronte a sé la donna con in testa l’auricolare. Era la coordinatrice degli spettacoli. Stava con le braccia protese in avanti, come a implorarla di non sparare. “Kristen!! Cosa stai facendo??!!!” gridò la donna.
“il mio nome è Claire, e questo è il mio spettacolo fetish con il fucile!!!”
Claire fece partire una breve raffica al ventre della donna e si fermò. Questa urlò di dolore con il ventre nudo squarciato, si piegò su sé stessa e cadde all’indietro oltre la tenda, sparendo dalla scena. Claire la lasciò morire lentamente e si girò repentinamente dalla parte opposta, giusto in tempo per falciare un’altra coppia di ragazzi che si stavano affannando per raggiungere l’uscita. Lanciò un’occhiata al palco laterale, e si accorse che Julie era rimasta tutto il tempo lì, in piedi, pietrificata, le pistole giocattolo ancora nelle sue mani.
“Oh tesoro, saresti dovuta scappare prima!”
RATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATAT!
Julie barcollò all’indietro urlando mentre veniva investita dai proiettili prendendoli uno dopo l’altro nel petto e sulla pancia. Claire continuò a sparare verso Julie fino a che la vide indietreggiare sempre di più fino a piombare giù dal palco. Sparì dalla sua visuale tutta coperta di sangue, impugnando ancora le pistole finte.
L’attenzione di Claire fu catturata da un movimento colto con la coda dell’occhio. Si voltò di scatto premendo il grilletto: i suoi proiettili aprirono grossi buchi nella tenda dietro il palco, e aldilà della tende il corpo senza vita di Robin cadde a terra con un rumore sordo.
Il barista, Alex, spuntò da dietro il bancone con un fucile da caccia Remington 870 tra le mani. Aveva appena caricato il colpo in canna quando Claire punto la sua arma contro di lui.
RATATATATATATATATATAT!
“Uccidimi Alex! Dai, avanti!!!” disse lei, ridendo, mentre gli apriva dei grossi buchi nel collo e nel torace. Il barista, crivellato dai colpi, fu scaraventato all’indietro contro gli scaffali pieni di bottiglie di alcolici che esplodevano sotto i colpi di Claire. Alex morì in mezzo a una cascata di vetri rotti. La donna non staccò il dito dal grilletto ma spostò la direzione del tiro dal bar al resto del pubblico ormai in preda al panico.Parecchi uomini e una donna sembravano danzare sotto la pioggia di proiettili: facevano piroette e saltellavano, con le braccia sollevate in aria, prima di cadere morti uno sopra l’altro, in una pozza di sangue. Chi cercava di fuggire dalle raffiche inciampava sui cadaveri e poi finiva a sua volta crivellato. Lei mitragliava qualsiasi cosa si muovesse, e ogni singolo proiettile sembrava sempre andare a segno.
Con gesti rapidi ed esperti, Claire toglieva il caricatore vuoto e ne inseriva subito un altro. Un uomo cercò di fuggire approfittando di quella breve pausa ma si beccò quattro colpi alla schiena. Uscì sangue a fiotti dai grossi buchi delle pallottole mentre andava a schiantarsi sul pavimento. Claire si inginocchiò a raccogliere un altro caricatore, lo inserì nel suo fucile, dopo aver fatto cadere quello vuoto, e si rialzò subito in piedi. Intanto un tizio stava faticosamente cercando di tirarsi su, aggrappandosi al bordo del palco con entrambe le mani. Claire gli puntò contro l’arma e iniziò a sparare ancora con colpi singoli.
BLAM! BLAM! Il fucile mitragliatore ruggì ancora, disintegrando le mani del poveraccio. BLAM! L’ultimo colpo gli arrivò proprio dritto in mezzo agli occhi. Il tizio si accasciò a terra senza gridare.
Poi la donna alzò il tiro cercando di colpire dove le persone erano ammassate. Impugnò con decisione il suo M-16 e fece pressione sul grilletto.
RATATATATATATATTATATATATATATATTATATATATATAT!
Rise di gusto vedendo altre vittime inermi danzare per il locale al ritmo dei suoi colpi. Tornò a puntare il fucile mitragliatore alla zona di fronte alle porte di ingresso. Altre raffiche. Altri spruzzi di sangue sulle porte. I corpi cadevano uno dopo l’altro, ammassandosi contro le porte. Claire lasciò che parecchi uomini arrivassero fino a lì, per poi scoprire con terrore che i cadaveri intrisi di sangue, schiacciati uno sopra l’altro, rendevano impossibile l’apertura delle porte. A quel punto, finiti in trappola, furono falciati dai proiettili di Claire.
La solita danza di morte, prima di cadere.Parecchi uomini e una donna sembravano danzare sotto la pioggia di proiettili: facevano piroette e saltellavano, con le braccia sollevate in aria, prima di cadere morti uno sopra l’altro, in una pozza di sangue. Chi cercava di fuggire dalle raffiche inciampava sui cadaveri e poi finiva a sua volta crivellato. Lei mitragliava qualsiasi cosa si muovesse, e ogni singolo proiettile sembrava sempre andare a segno.
Con gesti rapidi ed esperti, Claire toglieva il caricatore vuoto e ne inseriva subito un altro. Un uomo cercò di fuggire approfittando di quella breve pausa ma si beccò quattro colpi alla schiena. Uscì sangue a fiotti dai grossi buchi delle pallottole mentre andava a schiantarsi sul pavimento. Claire si inginocchiò a raccogliere un altro caricatore, lo inserì nel suo fucile, dopo aver fatto cadere quello vuoto, e si rialzò subito in piedi. Intanto un tizio stava faticosamente cercando di tirarsi su, aggrappandosi al bordo del palco con entrambe le mani. Claire gli puntò contro l’arma e iniziò a sparare ancora con colpi singoli.
BLAM! BLAM! Il fucile mitragliatore ruggì ancora, disintegrando le mani del poveraccio. BLAM! L’ultimo colpo gli arrivò proprio dritto in mezzo agli occhi. Il tizio si accasciò a terra senza gridare.
Poi la donna alzò il tiro cercando di colpire dove le persone erano ammassate. Impugnò con decisione il suo M-16 e fece pressione sul grilletto.
RATATATATATATATTATATATATATATATTATATATATATAT!
Rise di gusto vedendo altre vittime inermi danzare per il locale al ritmo dei suoi colpi. Tornò a puntare il fucile mitragliatore alla zona di fronte alle porte di ingresso. Altre raffiche. Altri spruzzi di sangue sulle porte. I corpi cadevano uno dopo l’altro, ammassandosi contro le porte. Claire lasciò che parecchi uomini arrivassero fino a lì, per poi scoprire con terrore che i cadaveri intrisi di sangue, schiacciati uno sopra l’altro, rendevano impossibile l’apertura delle porte. A quel punto, finiti in trappola, furono falciati dai proiettili di Claire.
La solita danza di morte, prima di cadere.“ballate per me, ragazzi! Ballate!” urlò la donna, divertita della sua macabra “coreografia”.
Cambiava lato in continuazione, un po’ a destra e un po’ a sinistra, colpendo con lunghe raffiche precise della mitragliatrice chiunque fosse ancora vivo.
Due uomini d’affari giapponesi, di mezza età, che si erano nascosti sotto uno dei tavoli, urlarono quando i proiettili perforarono la superficie del tavolo e poi i loro corpi.
Un turista con la camicia hawaiana e un berretto da baseball cadde sotto i colpi di Claire, non appena si alzò in piedi con le mani in alto, in segno di resa. Claire individuò un ragazzo ferito che era caduto tra due sgabelli fissi del bar, ed era rimasto incastrato. Puntò l’arma su di lui e urlò con gioia orgasmica vedendolo sobbalzare e gridare sotto i suoi colpi.“AAIGH-AAAGH—UHH—UH—UH” le sue urla di dolore erano così alte da sovrastare persino il suono della mitragliatrice. Claire rise selvaggiamente vedendolo rimbalzare con violenza contro il bancone del bar, come una barca spinta dalle onde contro la scogliera. La testa sbatteva contro il bancone e le braccia si sollevavano per l’effetto dei colpi. Si aggrappò ancora agli sgabelli in un ultimo disperato tentativo di liberarsi, prima che un’altra raffica gli sparse il cervello sul bancone del bar.
Claire smise per un momento di sparare e decise di fare una visita ai camerini: i suoi tacchi alti scalciarono via gli innumerevoli bossoli sparsi sul pavimento mentre si avviava verso il fondo del palco. In quel momento, alle sue spalle, un uomo si alzò leggermente dal suo nascondiglio, un tavolo rovesciato, per vedere se fosse sicura la strada verso l’uscita. Claire si girò di scatto e sparò con estrema precisione verso di lui, facendogli saltare la testa, l’unica parte che spuntava dal nascondiglio.Lei sorrise mentre superò la tenda e mise piede nel backstage, dove trovò la donna con l’auricolare agonizzante a terra, che si teneva il ventre sanguinante e si lamentava debolmente, implorando aiuto. RATATATATATATATATATATTATATATATATAT!
Claire la travolse con una lunga raffica di proiettili che le bucarono la schiena, il collo e la testa. Le sparò a una distanza così ravvicinata da lasciare enormi bruciature dove la pelle era stata squarciata dai fori. Claire era in estasi mentre infieriva sul suo corpo e dovette resistere alla tentazione di toccarsi tra le gambe. Impugnò saldamente il fucile mitragliatore e fece il suo ingresso nei cameriniErano affollati da donne che si erano rivestite in fretta e furia, ed era ovvio che avessero già cercato di forzare l’uscita secondaria del locale. Claire rimase ferma immobile per qualche istante, assaporando il momento in cui le donne la videro lì, in piedi, e sui loro volti si dipinse il terrore allo stato puro.
“mangiate il mio piombo, ragazze!” disse ridendo, e la mitragliatrice tornò a ruggire.
Il camerino si trasformò in un confuso frullatore di fumo, spari, vetri rotti e donne urlanti. I proiettili trapassarono i corpi delle disgraziate spogliarelliste, e anche loro si misero a girare su sé stesse nella danza di morte. I proiettili tempestarono le pareti formando delle linee lunghe e irregolari di fori. Schizzava sangue a fiotti dai corpi agonizzanti delle donne, disintegrate dalla potenza di fuoco di Claire.“Mmmmmmmmmmmm……muori, muori, muori…” diceva ad ogni singola vittima prima di finirla con una raffica breve e ravvicinata, con gemiti di godimento.
Kathy urlava tenendosi il ventre bucato dai proiettili;
Jennifer fece orribili versi di dolore mentre veniva crivellata senza pietà da Claire;
Lisa andò a sbattere la testa ripetutamente sul muro quando Claire le scaricò in faccia il piombo;
Kerri urlò come una pazza mentre si aprivano numerosi buchi sanguinanti su tutto il petto a seguito di una sventagliata di proiettili;
Lacey gridò a squarciagola quando fu inchiodata al muro e riempita di piombo sulla schiena;
Tara si tolse dalla faccia una ciocca di capelli neri e rimase dritta in piedi puntando la sua pistola revolver calibro 44 contro Claire. Sparò alla cieca e i colpi finirono su un pannello di legno appena sopra la testa di Claire, che non smetteva un secondo di mitragliare: Tara fu colpita al petto e alla gola. La pistola saltò via dalla sua mano e la ragazza stramazzò al suolo, rivelando enormi schizzi del suo sangue sul muro dietro di lei.Claire smise di sparare solo quando vide Tara crollare a terra, e si diresse verso Jennifer che era rimasta accasciata vicino all’armadio dei vestiti, lamentandosi debolmente mentre sanguinava. Il leggero ticchettio dei tacchi di Claire sul pavimento era intervallato dal rumore metallico che facevano le scarpe quando calciavano via i bossoli sul loro cammino.
Si fermò dietro a Jennifer, dove poteva vedere sé stessa e il viso contratto della ragazza sotto di lei, nello specchio dell’armadio. Claire sollevò il suo fucile mitragliatore e si guardò riflessa nello specchio, ammirando il suo costume fetish, le tette sode, le unghie lunghe e fresche di manicure, le gambe lunghe e snelle. Con la mano libera si accarezzò i capezzoli.
“ooooooo sono così eccitata… ” disse, rivolgendo l’arma verso il basso. Poi iniziò a sparare alla schiena di Jennifer.
RATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATAT!
Claire guardò sé stessa riflessa nello specchio, mentre scaricava l’intera cartuccia nella schiena della ragazza urlante. Il rinculo dell’arma faceva tremare tutto il corpo di Claire, e sobbalzare le sue tette. Jennifer urlava mentre il suo corpo veniva martoriato dai proiettili. Le sue braccia e la sua testa sbattevano contro il pavimento, i capelli biondi si inzuppavano di sangue. Dopo qualche secondo Jenny smise di gridare. Claire continuò a spararle addosso, facendo sobbalzare e scuotere il corpo inerme della ragazza come fosse un pupazzo, e andò avanti a massacrarla fino a svuotare tutto il caricatore.Claire tornò indietro nella sala principale con il suo M-16 portato a tracolla, impugnato all’altezza del fianco.
Il locale era devastato, i tavoli e le sedie rovesciati, pezzi di vetro sparsi, un forte odore di polvere da sparo. Si poteva udite solo il lamento dei pochi superstiti, rimasti feriti. Claire si fermò a osservare la scena: alcuni uomini stavano tentando di gattonare al riparo, dietro qualche tavolo o mucchio di cadaveri; quelli feriti, incapaci di muoversi, invocavano aiuto, gridando disperatamente. Corpi crivellati di colpi giacevano ovunque, circondati da grosse pozze di sangue scuro sul pavimento. I muri era ricoperti di buchi, e schizzi di sangue.
Claire si diresse sull’ala est del locale, e un gemito di soddisfazione sessuale le uscì dalla bocca. Il buttafuori, un uomo grande e grosso, si era preso due pallottole nella spalla, e si era nascosto sotto il tavolo, cercando di fermare l’emorragia con uno straccio. Claire si fermò proprio di fronte a lui e gli puntò contro l’arma. Lo uccise con una lunga raffica al petto: mentre lei gemeva di sadico godimento, il buttafuori inarcò la schiena e ruggì di dolore, come il sangue schizzò fuori dal suo petto largo. Lei ebbe un piccolo orgasmo.
Claire si girò per inseguire un tizio con la barba lunga che stava gattonando verso l’uscita. La donna ridacchiò tra sé e si posizionò silenziosamente dietro il fuggitivo. Poi, con una mossa improvvisa e violenta, alzò la sua lunga gamba sexy e spedì l’uomo per terra disteso, colpendolo alla schiena con il piede. Guardò sorridendo il volto insanguinato dell’uomo.
“spero che tu sia pronto a morire, mio caro…..” gli sussurrò dolcemente.
“…perché io sono pronta a uccidere ancora parecchi di voi!”
Claire premette il grilletto e partì una raffica che disegnò una linea di buchi nel corpo dell’uomo, dai suoi genitali su fino al collo, e poi in faccia. Il tizio barbuto sobbalzò ad ogni colpo, flagellato senza pietà dai colpi ravvicinati.
Il fucile M-16 di Claire scaricò a terra la cartuccia vuota. Inserì subito un altro caricatore pieno e puntò l’arma contro la testa dell’uomo.
BLAM! Gli fece esplodere il cranio con un ultimo singolo colpo.
Claire stava per tornare sul palco, quando improvvisamente si fermò, stupefatta.Il tizio timido, che aveva in precedenza sculacciato sul palco, era rimasto seduto sulla sua sedia tutto il tempo da quando lei aveva iniziato a sparare. Claire di mise a ridere.
Salì poi sul palco e prese un’altra cartuccia, la inserì nel mitragliatore e caricò l’arma.
Lo sguardo assassino che con cui lo guardò gli fece gelare il sangue nelle vene. Claire scese lentamente dal palco, impugnando il fucile verso l’alto con una mano, e con l’altra il paio di manette che aveva usato prima su di lui.
“bene… bene…bene… ” mormorò appena. Si fermò proprio davanti a lui, e girò la sedia verso di sé. “ciao, tesoro… .” gli disse, accarezzandogli la guancia sudata con la canna rovente del mitragliatore. Lui girò la testa per evitare di bruciarsi. Gridò, tentando di alzarsi e scappare, ma Claire puntò l’M-16 contro il suo petto e lo costrinse a mettersi seduto. “fermo qui!” ruggì e gli sollevò l’arma verso la faccia così da obbligarlo a fissare la bocca del fucile dritto davanti a sé.
“sei stato qui tutta la sera a guardarmi. Ti è piaciuto lo spettacolo, mio caro?” gli chiese con voce seducente. Lui continuava a fissare la bocca del mitragliatore, incredulo per la situazione in cui si trovava. “… e ti è piaciuta la mia carneficina ?”
Lui si limitò a sbattere le palpebre, disorientato dall’assurdità della domanda.
Claire sorrise, e continuò a puntargli l’arma in faccia.
“sarò onesta con te, tesoro: non uscirai vivo da qui, ma possiamo fare un accordo insieme”
Lui la guardò con terrore, chiedendosi cosa mai volesse fare quella psicopatica.
“togliti i pantaloni” gli ordinò.
“co-cosa….?”
Claire scosse la testa e gli chiese:
“Hai visto cosa ho fatto a tutte le persone qui dentro?”
Lui annuì.
Claire si chinò verso di lui e iniziò a sussurrargli nell’orecchio, piazzando la bocca del fucile sotto il mento dell’uomo: “adoro uccidere. Fare a pezzi questo posto e tutti quelli che ci stavano dentro mi ha fatto veramente godere”Claire toccò la testa del tizio e le dita della donna affondarono in quei capelli:
“Niente è più eccitante di sparare a una vittima innocente e ascoltare le sue urla. Mi fa bagnare tutta. Mi fa sentire arrapata. Ed io ora ho bisogno di scopare qualcuno”
Lui continuò a fissarla mentre la donna parlava. “ora, se tu non fai come ti dico, ti sparo nelle gambe e ti faccio urlare. Poi ti sparo nelle braccia. Non morirai, ma farà molto male”
La donna infilò la lingua nel suo orecchio. Lui ebbe un brivido.
“ti farò davvero molto male……..ora togliti i tuoi fottuti pantaloni o inizio a sparare!”
Lui obbedì, abbassando lentamente la cerniera dei jeans e facendoli sfilare sul pavimento.
“adesso le mutande”
Lui obbedì con rassegnazione.
Claire gli mise le manette ai polsi, dietro lo schienale della sedia, poi disse:
“ti dico cosa succede ora. Ti concedo il tempo necessario che mi serve per massacrare ogni altra persona rimasta viva qui dentro, per avere un’erezione completa”
Lei sorrise guardando il suo sbigottimento.
“vuoi che io diventi eccitato in mezzo a questo bagno di sangue?” le chiese, incredulo.
“sai come fartelo diventare duro ?”
“sì, ma….”
“non fare il furbo con me, tesoro, saresti sorpreso da quante parti del tuo corpo posso colpire e lasciarti vivo per farti sentire il dolore”
Claire sorrise e puntò l’M-16 nelle sue parti basse.
“se tu non collabori, mi basterà un colpo preciso sparato sulla vertebra cervicale a fartelo diventare duro per me.”
Lui trasalì per il terrore e la guardò negli occhi. Capì che lei non stava scherzando. Gli occhi le brillavano per l’eccitazione.
“abbiamo un accordo?”
Lui annuì.
“ottimo!” rispose la donna con gioia, e lo lasciò da solo, ammanettato alla sedia, a pensare a ciò che lei gli aveva appena detto.Claire si piazzò davanti a un uomo seduto per terra con la schiena appoggiata al muro. Era ferito gravemente ma respirava ancora. Con calma, gli infilò la bocca del mitragliatore tra le labbra e accarezzò sensualmente il grilletto con il dito. Partì un raffica che gli disintegrò la testa in un fontana di sangue.
Passeggiava per il locale quando sentì un debole lamento provenire da sotto un tavolo capovolto. Si avvicinò e con una leggera spinta del piede allontanò via il tavolo. Una delle donne sedute tra il pubblico si trovava appoggiata contro: si riversò per terra non appena Claire spostò il tavolo. Guardò in alto verso Claire e iniziò a supplicarla, tenendosi una spalla sanguinante.
“per favore…basta…”
“ok”
Claire abbassò l’M-16 e tenne premuto il grilletto. L’arma le sobbalzò tra le mani mentre guardava la donna muoversi convulsamente per terra. Claire emise un gemito di gioia orgasmica guardando la sua morte al rallentatore.L’uomo ammanettato alla sedia, che Claire aveva provvisoriamente risparmiato, stava ascoltando le mitragliate alle sue spalle. Stava cercando di farselo diventare duro con tutta la sua forza di volontà, ma la paura aveva preso il sopravvento. Poteva sentire la spogliarellista mentre camminava per il locale con i suoi tacchi alti, rideva, godeva, gemeva… e poi altre raffiche. Quando lei trovava altri sopravvissuti nei loro nascondigli, l’uomo sentiva dietro di sé solo gemiti di godimento e poi ancora mitragliate. Quella donna sembrava in preda all’orgasmo mentre li faceva a pezzi con il mitragliatore.
Dopo aver terminato gli ultimi feriti, Claire sembrava completamente fuori di testa. Salì sul bancone del bar e iniziò a sparare all’impazzata dappertutto, facendo a pezzi i cadaveri e distruggendo completamente il locale.
RATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATATAT!
Dal bancone piovevano a terra senza sosta i bossoli mentre sparava a qualunque cosa lei vedesse.Claire smise di colpo di sparare e gridò con un ruggito selvaggio all’unico uomo rimasto ancora vivo. “È ora, baby!!!”
Si avvicinò a lui e, vedendo che non era eccitato, lo colpì con precisione ed estrema violenza alla terza vertebra cervicale con il calcio del fucile. “NOOOOOOO!” urlò l’uomo, gridando fortissimo per l’esplosione di dolore. “un colpo perfetto!” Commentò Claire ridendo, alla vista del pene che si stava drizzando, ormai sfuggito al controllo del suo proprietario. Claire si sedette a cavalcioni sopra di lui e lo costrinse a penetrarla, ruggendo di piacere, già vicina all’orgasmo. Mentre andava su e giù a smorzacandela, teneva il fucile mitragliatore con una mano sola, e con l’altra impugnava la pistola appartenuta alla spogliarellista Tara. All’inizio Claire lo violentò lentamente, con le armi puntate verso l’alto, poi prese a cavalcarlo sempre più veloce, mentre l’uomo sembrava sul punto di perdere conoscenza. Improvvisamente puntò il fucile mitragliatore verso il basso.
RATATATATATAT!!!!
Una breve raffica lo colpì di striscio ad una spalla, squarciandogli la pelle. Claire chiuse gli occhi e iniziò a scoparlo con più forza e velocità, i loro corpi erano avvolti adesso dal fumo degli spari.
L’uomo aveva un’espressione di dolore terribile, e guardandolo Claire si mise a ridere, poi spostò la canna del mitragliatore verso l’altra spalla, poco prima di toccare nuovamente il grilletto, ficcandogli proiettili nella spalla del povero disgraziato. L’intero corpo dell’uomo si scuoteva agonizzante e ciò non fece che aumentare il piacere di Claire, intenta a spremere il cazzo dentro di lei. Lo cavalcava con furia selvaggia e gemeva rumorosamente.
“ti ricordi cosa ti ho detto a proposito di ucciderti rapidamente?” gli chiese la donna, ansimante.
“… Era una bugia!!! ” aggiunse.
Claire si schiacciò contro di lui e gli esplose sul ventre altri colpi a bruciapelo.Spruzzò sangue sulle sue tette nude e lei mollò il grilletto solo per il piacere di ascoltarlo mentre gridava. “ti prego!!! BASTA!!”
Per tutta risposta lei ficcò altri proiettili in pancia e continuava a fotterlo al ritmo dei colpi che sparava. “non ho mai scopato qualcuno mentre lo uccidevo.….” disse, pompando altro piombo dentro di lui. “È una sensazione incredibile !!!!”
Claire era ormai in estasi e iniziò a scuotersi in preda a un orgasmo selvaggio.
“mangia il mio piombo bastardo! !!”
La cavalcata si fece sempre più rapida e violenta, e ormai la donna non riusciva più a staccare il dito dal grilletto. “fottimi bastardo ! Fottimi!”
Dietro la schiena dell’uomo ci fu una deflagrazione di sangue misto a frammenti di legno che schizzarono sul pavimento. La maglietta da lui indossata si squarciava ad ogni proiettile di Claire. La testa rimbalzava avanti e indietro mentre lei continuava a sparargli contro. Claire mantenne la presa salda sul fucile mitragliatore, resistendo al potente rinculo. Le tette insanguinate si scuotevano ad ogni raffica.
“fottimi ! Fottimi !!” urlava Claire, vedendo sangue schizzare dallo schienale della sedia. Chiuse gli occhi in estasi e gridò, mentre poteva sentire il cazzo ancora turgido dentro di sé, nonostante le ferite mortali.
“sì !!! Più forte!! Fottimi figlio di puttana!!! Fottimi !!!”
Claire strinse con forza l’ impugnatura dell’M-16 mentre l’arma vibrava tra le sue mani. Il petto e il collo della vittima venivano trapanati senza pietà dagli ultimi proiettili rimasti nel caricatore. Claire si rilassò e smise di sparare solo quando finirono le munizioni, e guardò il suo occasionale amante tirare l’ultimo respiro dai suoi polmoni devastati.“Mmmmmmmmm…….” Claire si staccò da lui e andò a sedersi sul bordo del palco, ammirando con soddisfazione gli effetti dei suoi colpi. Incrociò le gambe avvolte dai collant, appoggiò sul pavimento il fucile e prese la mira con la pistola.
“ti mando i miei baci, stallone.. .”
BLAM! Il proiettile andò a impattare contro il mento del poveraccio. Claire aggiustò la mira prima di premere ancora il grilletto.
BLAM! Si aprì una larga ferita sulla guancia, da cui non uscì più nulla. Poi scese dal palco e andò nella zona del bar, scavalcando mucchi di cadaveri. Sorrise notando un giovane con la schiena crivellata che era accasciato sopra il corpo di una prosperosa cameriere bionda con un buco in fronte. La faccia del ragazzo era finita proprio in mezzo alle sue enormi tette. Proseguì oltre il bancone e guardò il cadavere del barista, Alex.
“Mmmmmm…….che bel fucile da caccia… ” pensò subito, e afferrò da terra l’arma. La caricò e tornò indietro dal tizio sulla sedia. Si piazzò davanti al corpo dell’uomo che aveva stuprato e ucciso, e gli infilò in bocca la canna del fucile. “un ultimo bacio, tesoro… ”
Claire premette il grilletto e partì un colpo fortissimo e assordante, producendo una densa nuvola di fumo. Il rinculo fece balzare l’arma verso l’alto, e la donna vide la sua ultima vittima di quella notte cadere all’indietro sul pavimento, in mezzo ai pezzi della sedia disintegrata, mentre volavano in aria brandelli insaguinati del suo scalpo. Salì di nuovo sul palco, si mise il fucile mitragliatore a tracolla, tenendo nelle mani la pistola e il fucile da caccia. Si girò per l’ultima volta verso il salone del locale. “buonanotte a tutti, spero che lo spettacolo sia piaciuto anche a voi”, disse. Poi camminò verso il backstage lasciando dietro di sé una scena di morte e distruzione. Scavalcò con agilità i corpi massacrati delle spogliarelliste e tolse la catena all’uscita di sicurezza sul retro del locale, per immergersi nella calda notte di Las Vegas.Fine
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